Quando parliamo di mutuo a tasso fisso, chi lo stipula può contare sulla certezza che il tasso di interesse applicato (ricordiamo che è dato dalla somma tra lo spread e il tasso di indicizzazione che è l’ Eurirs oppure l’ Irs di durata pari a quella del mutuo scelto) non subirà cambiamenti in futuro.

Quindi né una parte (chi accende un mutuo) né l’altra (la banca) può cambiare qualcosa, salvo non intervenga un nuovo accordo (rinegoziazione).

Però ci sono differenze tra il mutuo a tasso fisso finito e mutuo a tasso fisso “da finire”. Quest’ultimo è determinato dalla somma tra lo spread e il tasso di riferimento applicato. Le rate da pagare ogni mese possono variare, ma, ricordiamolo ancora una volta,  nel momento in cui il contratto di mutuo (a tasso fisso) viene firmato i relativi tassi vengono congelati.

Per fare un esempio concreto, un mutuo a tasso fisso 2,27% dato da Irs 25 anni più spread 1,15% rappresenta un tasso “da finire”. Qualora l’ Irs a 25 anni (pari nel caso specifico a 1,12%) dovesse cambiare, ad esempio passando a 1,20% allora il tasso che verrà di fatto applicato al mutuo sarà pari a 2,35%.

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