È il ferragosto del 1962 e Bruno Cortona (Vittorio Gassman) cerca disperatamente di sfuggire al deserto canicolare di Roma. Si tratta del protagonista del Sorpasso, il capolavoro di Dino Risi uscito 61 anni fa e che ha ancora molto da raccontarci.

Protagoniste occulte di questo film, assieme a Bruno e allo studente (Jean-Louis Trintignant), sono la strada e la macchina. Entrambe si chiamano Aurelia.

È proprio con questa pellicola che nasce il genere road-movie. Dennis Hopper, autore di un altro capolavoro come Easy Rider, ha dichiarato di averne tratto ispirazione.

Seguiamo da vicino gli spostamenti in macchina di Bruno Cortona.

L’itinerario del Sorpasso, tappa per tappa

La mattina di ferragosto Gassman gira per la Capitale con la sua spider Lancia Aurelia B24. La città è sgombra, senza nessuno in giro e senza macchine parcheggiate, e Bruno la chiama un “cimitero”. Attraversa piazza di Spagna e piazza del Popolo, ma non c’è nessuno, solo un uomo che porta a spasso i cani. Vuole telefonare ma tutti i bar del quartiere Balduina sono chiusi. Un bar gli abbassa la saracinesca proprio quando gli si ferma accanto. È il bar tavola calda di piazza Morosini.

Vede per caso Trintignant affacciato alla finestra, uno studente rimasto in città per preparare un esame. Sarà quest’ultimo a farlo salire per la telefonata. Qui comincia l’avventura.

Roberto è molto serio e impostato e vuole continuare a studiare, ma Bruno riesce a convincerlo a svagarsi un po’ e a fare un giro con lui.

Vuole portarlo a mangiare in una trattoria vicino San Pietro. È l’attuale ristorante Cuccurucù a via Capoprati 10. La proprietaria, però, è in ferie e gli avventori vengono trattati e mandati via in malo modo, con un reciproco scambio di parolacce in romanesco.

La prima sosta del road-movie è in un’area di servizio Agip, appena imboccata l’Aurelia per uscire da Roma. Dopo aver fatto benzina, Bruno entra nel bar per comprare delle sigarette a un distributore automatico, ma Roberto resta chiuso in bagno. 

L’area di sosta esiste ancora oggi ed è all’altezza di via della Stazione Aurelia. È gestita in parte da McDonald’s e in parte da Eni.

Continuando a percorrere l’Aurelia, si incontrano i pini e all’improvviso il mare sulla sinistra. La strada divide in due Santa Marinella e procede per chilometri, con palme da una parte e oleandri dall’altra.

Si arriva, quindi, a Civitavecchia. Qui si può mangiare la zuppa di pesce nel porto, in via Calata della Rocca. A pochi metri dal ristorante storico del film, nel caso fosse chiuso, ce n’è un altro: La Ghiacciaia.

Da Civitavecchia si procede verso Castiglioncello, circa due ore e mezzo di strada.

La meta turistica è uno dei luoghi più importanti del film. Sulla spiaggia dello stabilimento Ausonia (oggi si chiamano Bagni Miramare e sono in via Lungomare Vespucci 1) si addormentano Gassman e Trintignant e si risvegliano la mattina sulle sedie a sdraio.

La famosa partita a ping-pong avviene all’ombra del ristorante La lucciola, a sud di Livorno.

Lasciata Castiglioncello i due protagonisti riprendono ancora l’Aurelia, sempre verso nord, fino a Calafuria. Arriva la scena finale, decisiva, che dà il nome al film.

Un’analisi dettagliata di tutte le location del film la trovate anche sul sito Il Davinotti.

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