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Mangiare di notte a Roma

Roma è una città con una vivace vita notturna e, sebbene molti ristoranti chiudano prima di mezzanotte, ci sono diverse opzioni per mangiare bene dopo l’una di notte. Ecco alcuni posti dove potresti trovare un pasto notturno a Roma.

1. Pizzeria La Montecarlo

Situata vicino al Pantheon, La Montecarlo è una pizzeria che rimane aperta fino alle 2 di notte nei fine settimana. La pizza è deliziosa e i prezzi sono ragionevoli.

2. I Supplì

Questo locale è specializzato in supplì, un tipico antipasto romano fatto di riso e mozzarella, fritto e croccante all’esterno. I Supplì si trova in una posizione centrale a pochi passi dal Colosseo ed è aperto fino alle 2 di notte.

3. Pizzeria da Remo

Situata nel quartiere di Testaccio, la pizzeria da Remo è stata definita la migliore pizzeria di Roma da molte guide turistiche. È aperta fino alle 2 di notte e le pizze sono cotte in forno a legna.

4. Salumeria Roscioli

Questa gastronomia è situata nel centro storico ed è aperta fino alle 2 di notte nei fine settimana. Potrai trovare salumi, formaggi, panini e altre prelibatezze italiane, accompagnati da un’ottima selezione di vini.

5. Baccano

Questo ristorante si trova vicino alla Fontana di Trevi e rimane aperto fino alle 2 di notte. Offre una varietà di piatti della cucina italiana, come pasta, pizza e carne, e ha anche un bar dove puoi gustare un cocktail.

6. Sorpasso

Situato nel quartiere di Prati, Sorpasso è aperto fino alle 2 di notte e offre un menù che va dalla colazione alla cena, con un’ampia scelta di piatti della cucina italiana.

7. Trattoria da Enzo al 29

Situato nel quartiere di Trastevere, questo ristorante rimane aperto fino alle 3 di notte nei fine settimana. Il menù offre piatti tradizionali della cucina romana, come la pasta alla carbonara e la coda alla vaccinara.

In generale, le opzioni per mangiare a Roma dopo mezzanotte sono limitate, ma queste sette scelte possono regalarti una gustosa cena notturna. Tuttavia, ti consigliamo di controllare gli orari di apertura prima di recarti in uno di questi ristoranti, poiché potrebbero variare.

Cosa mangiare a Roma dopo mezzanotte

Il buon cibo nella Capitale è ovunque. Anche in orari notturni. Chi cerca da mangiare di notte? Non solo chi ha semplicemente mangiato poco, non solo chi ha banalmente voglia di uno spuntino, ma anche chi cerca un lenitivo a una serata troppo movimentata prima di tornare a casa, qualcosa da mettere nello stomaco per assorbire il troppo alcol a cui ci si è lasciati andare (se non si guida).

Se si vuole consumare una cena vera e propria, l’ideale sono i ristoranti dopo teatro aperti fino a tardi, come La Base, in via Cavour, che è anche pizzeria, bistecchiera e pub, ha un servizio veloce ed è aperto agli avventori fino alle 5 del mattino.

Se siete amanti della pizza a tutte le ore potete andare da Porto Fluviale, in zona Ostiense, che usa farine biologiche e una lievitazione di oltre 72 ore per l’impasto. La troverete aperta tutti i giorni fino alle 2 e il venerdì e il sabato fino alle 3.

Il classico del dopo discoteca è la classica piadina romagnola. Un riferimento per gli amanti delle piadine riminesi è Lo Strano Posto, in via Muzio Scevola (vicino alla fermata Furio Camillo). Dovete ordinare entro le 23. Il venerdì anche fino a mezzanotte e il sabato fino all’una.

Se avete voglia di un panino buono anche di notte c’è 200 Gradi, in piazza del Risorgimento (Vaticano), fino alle 3 tutti i giorni e fino alle 4 il venerdì e il sabato.

Ultimamente stanno andando molto le cornetterie e le pasticcerie aperte tutta la notte. Tra queste vi segnaliamo l’Antica Cornetteria, in via Labicana (vicino al Colosseo), aperta 24 ore al giorno, e Dolce Maniera, in via Barletta (a pochi passi da San Pietro), anche questa aperta tutti i giorni, tutto il giorno.

E gli amanti del gelato in tutte le stagioni e a tutte le ore restano a bocca asciutta? Niente affatto. Fino a tarda notte c’è Gelarmony, presente in più punti della Capitale: EUR Marconi, Prati e Colli Portuensi.

Insomma, se siete a Roma, e vi trovate in balia di una fame incontrollabile di notte, è assolutamente impossibile che rimaniate digiuni. La Città Eterna sicuramente vi sazierà.

Caratteristiche della pizza romana

La pizza romana è una delle varianti più apprezzate della pizza italiana. Conosciuta per la sua croccantezza e leggerezza, la pizza romana è una delizia per il palato e un simbolo della tradizione gastronomica italiana. In questo articolo esploreremo la storia, le caratteristiche e le curiosità della pizza romana.

Quali sono le caratteristiche della pizza romana?

La pizza romana è fragrante e leggera. La pasta è molto sottile e cotta in forni a legna ad alte temperature, il che la rende croccante all’esterno e morbida all’interno. La pizza romana è anche leggera rispetto ad altre varianti di pizza, in quanto utilizza meno condimenti e meno mozzarella.

Le origini della pizza romana

Le origini della pizza romana sono incerte, ma si crede che sia nata a Roma nel XIX secolo, in un periodo in cui la città attraversava un forte periodo di immigrazione e c’era una grande domanda di cibo economico e veloce. La pizza romana era originariamente venduta per strada da ambulanti e poi nelle pizzerie, e si diffuse rapidamente in tutta la città.

I condimenti tipici della pizza romana

I condimenti tipici della pizza romana sono semplici e tradizionali. La pizza romana classica è condita con pomodoro, olio d’oliva, aglio, origano e sale. A volte può essere aggiunto del formaggio, ma in quantità minime rispetto ad altre varianti di pizza.

Quali sono le differenze tra la pizza romana e la pizza napoletana?

La pizza romana e la pizza napoletana sono due varianti molto diverse tra loro. La pizza romana è più croccante e leggera rispetto alla pizza napoletana, che è più morbida e condita con più ingredienti. Inoltre, la pizza romana è cotta in forni a legna ad alte temperature, mentre la pizza napoletana è cotta in forni di pietra.

Dove gustare le migliori pizze romane

Le migliori pizze romane si possono gustare a Roma, soprattutto nei quartieri tradizionali come Testaccio, Trastevere e San Giovanni. Ci sono molte pizzerie storiche e famose che offrono questa variante di pizza, come la famosa Pizzeria Da Baffetto. Inoltre, molti ristoranti e pizzerie in tutta Italia offrono la pizza romana, ma per gustare quella vera e autentica, la Capitale rimane il posto ideale.

Natale di Roma 21 Aprile

I romani sono particolarmente legati a una ricorrenza chiamata Natale di Roma, ma a cosa si riferisce?

Non ha niente a che vedere con la Natività cara ai cristiani, ma si riferisce a un’antica festività laica che risale al mito della fondazione di Roma, identificata con la data del 21 aprile.

Racconta Varrone che Romolo avrebbe infatti fondato la Città Eterna il 21 aprile del 753 a.C.

Da questa data in poi discende la cronologia romana, definita infatti con la locuzione latina Ab Urbe condita, ovvero “dalla fondazione della Città“, che conta gli anni a partire da tale presunta fondazione.

Da circa 20 anni sono ripresi i festeggiamenti del Natale di Roma grazie all’operato del Gruppo Storico Romano, associazione di rievocazione storica che, con rappresentazioni in costume e ricostruzioni storiche, festeggia la ricorrenza cittadina accogliendo ogni anno migliaia di turisti e accademici.

Auguri a Roma per il suo 2775° compleanno. Una festa per tutte le romane e tutti i romani che celebriamo con un ricco calendario di iniziative ed eventi gratuiti. Buon Natale di Roma!” scrive, sui suoi canali social, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Sulle vicende accertate dagli storici contemporanei, mischiate alle leggende e alle eredità dei grandi del passato (soprattutto Tito Livio, con il suo “Ab urbe condita”), il regista Matteo Rovere ha creato il film “Il primo re” e la seguente serie tv “Romulus”, due fascinose produzioni che narrano le gesta compiute dai gemelli Romolo e Remo prima dell’arrivo sul Palatino. Aria di leggenda, violenta brezza romana, guerre e magie che condussero a quel 21 aprile 753 a. C.

I Presepi più belli di Roma

Roma, come molte capitali europee, nel periodo natalizio riesce a essere particolarmente romantica e suggestiva. Parte di questa atmosfera è dovuta alle luminarie, agli addobbi natalizi e agli alberi di Natale decorati e riempiti di luci scintillanti. Per chi è cattolico, tuttavia, i presepi costituiscono una delle forme d’arte più mirabili e cariche di significato. Ecco quelli che vi consigliamo di vedere.

MUSEO TIPOLOGICO INTERNAZIONALE DEL PRESEPIO

Museo del Presepio a Roma

Nella Capitale ci sono bellissimi presepi permanenti e visitabili tutto l’anno, tra i quali spicca quello della Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta. Questa ospita un museo dedicato ai presepi, suddiviso in tre navate, nei locali sottostanti la Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta, ai Fori Imperiali.

Il Museo raccoglie presepi, anche scenografici, e figure di notevole pregio storico e artistico: più di 3.000 pezzi, provenienti da tutte le regioni italiane e da decine di nazioni, offrono una panoramica ampia ed esaustiva sulle varie interpretazioni ed ambientazioni della Natività, oltre ad una esemplificazione dei materiali che possono essere utilizzati.
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PRESEPE MONUMENTALE NAPOLETANO DELLA BASILICA DEI SANTI COSMA E DAMIANO

Presepe della Basilica dei Santi Cosma e Damiano

All’interno della Basilica dei Santi Cosma e Damiano, c’è uno dei più bei presepi della Capitale: è un presepe napoletano dalle dimensioni sorprendenti, che risale al Settecento. La classica scena della natività è inserita in una folla intenta nelle faccende quotidiane – un venditore di castagne, un fruttivendolo, un contadino che raccoglie uva, un soldato, un taverniere – e le statuette sono in legno e terracotta. Si fa la fila per salire sulla pedana e ammirare questa bizzarra opera d’arte che vede nascere il bambinello nientemeno che tra le colonne del foro romano, con lo sfondo della Roma dell’epoca.

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PRESEPE DELLA CHIESA DI SANTA MARIA IN VIA

Presepe della Chiesa di Santa Maria in Via

Nella Chiesa di Santa Maria in Via si trova un altro presepe napoletano permanente, con statue del 1700 opera di Nicola Maciariello. È interamente ambientato nella Roma dell’800. Quest’anno il presepe, realizzato dall’Associazione Italiana Amici del Presepio di Roma, rappresenta Porta Maggiorespiegano gli autoricosì come ci viene descritta dalle incisioni del XVIII e XIX sec. Allora le mura separavano Roma da una periferia che era quasi sisabitata, destinata a pascolo e raramente a coltivazioni agricole. Una campagna dove abitavano i pastori e i poveri come i territori attorno a Betlemme. Si è voluto rappresentare questo contesto per una scena particolare, in cui alcuni cristiani escono in processione dalla città, verso la periferia a soccorrere i poveri, espressione di un impegno di carità. La piccola chiesa con San Francesco che l’apre ai poveri che sono sul sagrato rappresenta l’accoglienza a cui Papa Francesco ci richiama”. C’è poi la scena “della ricerca dell’alloggio da parte della Sacra Famiglia cui seguirà la Natività dalla notte del 24”.

Nel Chiostro è inoltre allestita una Mostra di Arte Presepiale che si consiglia di visitare.

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PRESEPE DELLA BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE

Presepe di Santa Maria Maggiore a Roma

La Basilica di Santa Maria Maggiore è famosa per due reliquie. La prima è la Sacra Culla (cunabulum) che custodisce quelli che vengono ritenuti i preziosi frammenti del legno della celebre mangiatoia che accolse Gesù Bambino. La seconda reliquia è il panniculum,  recuperato nel Natale 2007, un pezzo di stoffa della grandezza di una mano che, secondo la tradizione, è una porzione delle fasce con cui Maria avvolse Gesù Bambino, e che è oggi custodito in un reliquiario di grande valore donato da Pio IX.

Il presepe costituisce un capolavoro artistico e fu realizzato da Arnolfo di Cambio nel 1291 per volere di papa Niccolò IV. Si compone di otto statuette, tutte modellate nella pietra, dove insieme a Maria, Giuseppe e il bambinello sono presenti anche il bue, l’asino ed i Magi, tutti in adorazione.

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100 PRESEPI IN VATICANO

100 Presepi in Vaticano

Anche quest’anno si tiene la tradizionale Esposizione Internazionale “100 Presepi in Vaticano”. Nella mostra si potranno ammirare presepisti da tutto il mondo,  dal momento che anche numerose ambasciate hanno aderito all’iniziativa offrendo presepi delle diverse tradizioni locali. Saranno esposti più di cento presepi sia di stile classico sia fantasioso. I materiali utilizzati per le opere sono tra i più disparati: cartapesta, corallo, pasta. Di grande rilievo i presepi del ‘700 napoletano.

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PRESEPE DELLA BASILICA DI SANTA MARIA IN ARA COELI

Presepe della Chiesa di Santa Maria in Ara Coeli

Nel presepe della Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, accanto al Campidoglio, si venera il Bambinello Capitolino, presente oggi in copia perché l’originale fu rubato nel 1994. Questa statuina era considerata miracolosa. Proprio davanti al presepe era allestito una specie di palco, dove ci salivano i bambini per recitare il sermoncino al miracoloso Bambinello, cioè una poesiola sul Natale.

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PRESEPE DEI NETTURBINI

Presepe dei Netturbini a Roma

Tra i più famosi di Roma c’è il Presepe dei Netturbini, allestito all’interno dell’Ama in Via dei Cavalleggeri 5, a pochi passi da San Pietro. Nato per volere di un appassionato dipendente e di un gruppo di volontari, fece la sua comparsa nel 1972 e da quel giorno accompagna le feste in città ogni anno, tanto da essersi meritato il soprannome di “presepe dei romani”.

Realizzato completamente in muratura con calce e composto da oltre 2234 pietre, di cui 350 provenienti da tutto il mondo, che intende ricostruire fin nei minimi dettagli le tipiche costruzioni della Palestina di 2000 anni fa. Si contano ben 100 case in pietra di tufo dotate di porte e finestre, 52 metri di strade “miniaturizzate” in sampietrini, 4 fiumi lunghi complessivamente 12 metri e 4 acquedotti. E ancora 870 gradini, 24 grotte scavate nella roccia, 2 pareti umide che formano stalattiti e ben 270 personaggi.

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PRESEPE IN PIAZZA SAN PIETRO

Il presepe 2021 di piazza San Pietro a Roma

A conclusione di questa bellissima galleria c’è il Presepe più famoso del mondo, che ogni anno viene allestito in piazza San Pietro, ai piedi del gigantesco albero di Natale.

Calze della Befana per adulti

L’epifania non è soltanto una festa per i bambini, può essere anche l’occasione per fare un regalo a una persona un po’ più cresciuta. Ecco qualche consiglio per riempire calze della Befana per adulti.

Riempire la calza deve essere un piacere e bisogna farlo scatenando la propria creatività aggiungendo ai dolci anche qualche altra chicca in base alla natura e alle caratteristiche del destinatario.

Per quanto riguarda le cose da mangiare, non esclusivamente dolci, si ha l’imbarazzo della scelta: creme spalmabili biologiche, biscotti fatti in casa, tarallucci e ciambelline al vino, qualche bustina di tè e tisana dal gusto particolare.

Se il destinatario ha sufficiente senso dell’umorismo, possiamo inserire del carbone dolce o qualche oggetto osè, l’importante è che non offenda o urti la sensibilità della persona.

Gli uomini, di solito, amano di più la tecnologia, quindi non guasterebbe di sicuro qualche gadget hi-tech come una paio di cuffiette senza file o una chiavetta USB decorata e personalizzata.

Le donne, invece, possono apprezzare un profumo o un set di prodotti per viso e corpo.

Sono molto apprezzate anche la carte regalo Amazon.

E perché non inserire nella calza una paio di calze vere, originali, da indossare? Un regalo nel regalo che farebbe sicuramente sorridere.

Non bisogna comunque impazzire per cercare chissà quanti prodotti da inserire. Anche due-tre prodotti possono fare una bella calza: l’importante è che siano stati scelti con cura e attenzione.

Una cosa importante è inserire nella calza un bigliettino o una mini-lettera dedicata al destinatario: se le parole sono sincere, saranno sicuramente apprezzate almeno quanto i regalini.

Natale solidale a Roma

Tradizionalmente si trascorre il Natale con la propria famiglia e le persone più care. Ma c’è chi sceglie di passarlo con le persone meno fortunate. Ecco due proposte per un Natale solidale.

Natale Solidale in Libreria

La Caritas di Roma propone la Campagna di solidarietà “#NoiSiamoTerra. Un solo mondo, un progetto comune” per promuovere una cultura della responsabilità e della consapevolezza. Il primo impegno è quello di informare e sensibilizzare sulle condizioni della nostra casa comune: la Terra.  Attraverso la campagna vuole inoltre raccogliere fondi per sostenere due progetti: l’installazione di un sistema biogas per la scuola materna Familia Takatifu in Kenya; la realizzazione di coltivazioni e allevamenti biologici in Thailandia con la Suratthani Catholic Foundation.

Dal 9 al 24 dicembre saremo alla libreria Borri Books preso la Stazione Termini. Dal 10 al 24 dicembre saremo alla libreria Nuova Europa presso il Centro Commerciale I Granai. Con carta, scotch e tanta voglia di raccontare la Campagna “#NoiSiamoTerra. Un solo mondo, un progetto comune”.

Pranzo di Natale della Comunità di Sant’Egidio

Era il 25 dicembre del 1982 quando, a Roma, un piccolo gruppo di 20 persone – tra cui anziani soli e persone senza fissa dimora – venne accolto attorno a una tavola imbandita nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. Sono passati 39 anni da quel primo pranzo: da allora la tavola di Natale si è “allargata” sempre più. È un evento di portata mondiale che ogni anno raduna intorno alla tavola delle feste tutti i poveri che la Comunità sostiene e aiuta durante il corso dell’anno insieme a tanti volontari che desiderano dare un senso nuovo al Natale.

Un Natale di speranza per un mondo libero dalla pandemia, ma anche dalle guerre e dalle diseguaglianze che costringono ancora troppe persone e tante famiglie a vivere nella precarietà o a fuggire dalla propria terra. Il messaggio che apre al futuro, nonostante le difficoltà del presente, parte da Santa Maria in Trastevere, a Roma, per abbracciare l’Italia e tutti i continenti. Una speranza vissuta tra le navate dell’antica basilica, che è riuscita nuovamente ad ospitare il tradizionale “pranzo dei poveri” della Comunità di Sant’Egidio in presenza, grazie alle vaccinazioni. Ma che, con le distribuzioni e altri eventi, punta a raggiungere in questi giorni di festa 80 mila persone in Italia e 240 mila nel mondo.

Nella chiesa trasteverina sono tornate le tavolate, addobbate a festa, anche se con il distanziamento e le dovute misure anti-Covid: 150 tra senza fissa dimora, Rom, famiglie in difficoltà, rifugiati venuti con i corridoi umanitari, un po’ il “riassunto” dei tanti poveri, amici della Comunità durante tutto l’anno. Tra loro non pochi che proprio grazie all’aiuto di Sant’Egidio sono riusciti a “farcela” e ora si sono aggiunti agli altri volontari di tutte le età, molti i giovani.

Un Natale che non è finito con il pranzo di Santa Maria in Trastevere e che continua a essere accompagnato dalla campagna solidale a favore di chi è povero e fragile (con la chiamata al 45586 da telefono fisso o con un sms, fino al 27 dicembre). Previsti infatti, anche nei prossimi giorni, per tutto il periodo natalizio, nuove feste con distribuzioni di pasti e di doni in diverse città italiane e in altri Paesi.

Tipologie di alberi di Natale

Per la maggior parte di noi il tipico albero di Natale che decora le case nel periodo delle festività è l’abete rosso. In realtà esistono diverse specie di abeti che possono essere utilizzati come alberi di Natale. Scopriamoli insieme in questa carrellata.

Abete Rosso

Rami di abete rosso

L’abete rosso cresce sulle Alpi, ma anche nel resto d’Europa. Può toccare altezze fino a 60 metri.

E’ caratterizzato da un tronco diritto e chioma conica relativamente stretta. Il portamento tende a differenziarsi in funzione dell’altitudine, essendo questa una specie caratterizzata da un certo polimorfismo: la chioma, infatti, può assumere una forma più espansa alle quote alpine più basse, mentre tende a divenire più stretta a quote maggiori (per contenere i danni provocati dalla neve).

Le peccete ( da Peccio altro modo di identificare un abete rosso ) si estendono maggiormente nelle Alpi centrali ed orientali, dove questa specie approfitta di condizioni climatiche per essa ideali.

Il significato dell'Immacolata Concezione

L’8 dicembre si celebra la festa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. È una ricorrenza tipicamente natalizia perché proprio in questo giorno nella maggior parte delle case si prepara l’Albero di Natale.

Pio IX, l’8 dicembre 1854, proclamò il dogma – cioè la verità di fede – dell’Immacolata Concezione attraverso la bolla “Ineffabilis Deus”. Un testo in cui si legge:

“La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale”.

Col suo “si'” all’Angelo che le chiede la disponibilità a diventare Madre di Gesù, Maria rende possibile l’incarnazione e la sua adesione in quel momento è totale. “Non si perde in tanti ragionamenti – dice Papa Francesco – non frappone ostacoli”, ma “si affida e lascia spazio all’azione dello Spirito Santo”, facendo della sua vita un “capolavoro” pur nell’umiltà e nella piccolezza:

Mette subito a disposizione di Dio tutto il suo essere e la sua storia personale, perché siano la Parola e la volontà di Dio a plasmarli e portarli a compimento. Così, corrispondendo perfettamente al progetto di Dio su di lei, Maria diventa la “tutta bella”, la “tutta santa”, ma senza la minima ombra di autocompiacimento. E’ umile. Lei è un capolavoro, ma rimanendo umile, piccola, povera. In lei si rispecchia la bellezza di Dio che è tutta amore, grazia, dono di sé. 

La Chiesa cattolica lo ritiene un dogma cioè un principio fondamentale, una verità universale e indiscutibile. Secondo la Chiesa ogni persona nasce con il peccato originale. La Madonna invece, questo afferma il dogma, è nata immacolata e non ha commesso nessun peccato durante la sua vita.

Significative sono le apparizioni mariane in Rue de Bac, a Parigi, e a Lourdes. Qui, nel 1858, Maria si mostra alla veggente Bernadette presentandosi come “l’Immacolata Concezione”. Ancora prima, nel 1830, Catherine Labouré, novizia nel monastero di Rue de Bac, inizia a pregare con parole dettatele direttamente dalla Vergine: “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi”.

L’8 dicembre del 1857, papa Pio IX, inaugurò e benedisse a Roma, il monumento dell’Immacolata offerto dal re di Napoli Ferdinando II. Papa Pio XII, nel giorno dell’Immacolata Concezione, ha iniziato a inviare dei fiori come omaggio alla Vergine; il suo successore, papa Giovanni XXIII, nel 1958, uscì dal Vaticano e si recò personalmente in Piazza di Spagna, per deporre ai piedi della Vergine un cesto di rose bianche, e successivamente fece visita alla basilica di Santa Maria Maggiore. I papi successivi raccolsero e consolidarono questa tradizione al punto che ormai, la visita in Piazza di Spagna del pontefice l’8 dicembre, è un rito assodato. L’8 dicembre è inoltre incluso fra i giorni festivi dallo Stato italiano.

Il Ferragosto romano di Bruno Cortona

È il ferragosto del 1962 e Bruno Cortona (Vittorio Gassman) cerca disperatamente di sfuggire al deserto canicolare di Roma. Si tratta del protagonista del Sorpasso, il capolavoro di Dino Risi uscito 58 anni fa e che ha ancora molto da raccontarci.

Protagoniste occulte di questo film, assieme a Bruno e allo studente (Jean-Louis Trintignant), sono la strada e la macchina. Entrambe si chiamano Aurelia. È proprio con questa pellicola che nasce il genere road-movie. Dennis Hopper, autore di un altro capolavoro come Easy Rider, ha dichiarato di averne tratto ispirazione.

Ma perché non seguire Bruno Cortona passo passo? (***Spoiler Alert***) La mattina di ferragosto Gassman gira per la Capitale con la sua spider. La città è sgombra, senza nessuno in giro e senza macchine parcheggiate, e Bruno la chiama un “cimitero”. Attraversa piazza di Spagna e piazza del Popolo, ma non c’è nessuno, solo un uomo che porta a spasso i cani. Vuole telefonare ma tutti i bar del quartiere Balduina sono chiusi. Un bar gli abbassa la saracinesca proprio quando gli si ferma accanto. È il bar tavola calda di piazza Morosini. Vede per caso Trintignant affacciato alla finestra, uno studente rimasto in città per preparare un esame. Sarà quest’ultimo a farlo salire per la telefonata. Qui comincia l’avventura.

Roberto è molto serio e impostato e vuole continuare a studiare, ma Bruno riesce a convincerlo a svagarsi un po’ e a fare un giro con lui. Vuole portarlo a mangiare in una trattoria vicino San Pietro. È l’attuale ristorante Cuccurucù a via Capoprati 10. La proprietaria, però, è in ferie e gli avventori vengono trattati e mandati via in malo modo, con un reciproco scambio di parolacce in romanesco.

La prima sosta del road-movie è in un’area di servizio Agip, appena imboccata l’Aurelia per uscire da Roma. Dopo aver fatto benzina, Bruno entra nel bar per comprare delle sigarette a un distributore automatico, ma Roberto resta chiuso in bagno. L’area di sosta esiste ancora oggi ed è all’altezza di via della Stazione Aurelia. È gestita in parte da McDonald’s e in parte da Eni.

Continuando a percorrere l’Aurelia, si incontrano i pini e all’improvviso il mare sulla sinistra. La strada divide in due Santa Marinella e procede per chilometri, con palme da una parte e oleandri dall’altra. Si arriva, quindi, a Civitavecchia. Qui si può mangiare la zuppa di pesce nel porto, in via Calata della Rocca. A pochi metri dal ristorante storico del film, nel caso fosse chiuso, ce n’è un altro: La Ghiacciaia.

Da Civitavecchia si procede verso Castiglioncello, circa due ore e mezzo di strada. La meta turistica è uno dei luoghi più importanti del film. Sulla spiaggia dell’attuale stabilimento Ausonia si addormentano Gassman e Trintignant e si risvegliano la mattina sulle sedie a sdraio. La famosa partita a ping-pong avviene all’ombra del ristorante La lucciola, a sud di Livorno.

Il finale del Sorpasso è drammatico e fa riflettere parecchio. Lasciata Castiglioncello i due protagonisti riprendono ancora l’Aurelia, sempre verso nord, fino a Calafuria. Roberto sembra essersi risvegliato da un torpore esistenziale, ma, poco dopo aver confessato a Bruno di aver passato “i due giorni più belli della mia vita”, la spider, dopo un sorpasso azzardato, sbanda fatalmente.

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